Ĉu vi parolas Esperanton?

Una Lingua per Unirli

Avatar Micaela Rudari
25/10/2020

Esistono dei madrelingua esperantisti? Quanto è usato l’esperanto? ✨

Tra il 1882 e il 1887, un medico e linguista polacco, Ludwik Lejzer Zamenhof 👨‍⚕️, inventò un nuovo linguaggio con lo scopo di unire tutto il mondo sotto un’unica lingua. “Esperanto” significa “colui che spera”, non a caso il dottore scelse per alcune delle sue pubblicazioni lo pseudonimo Doktoro Esperanto.

La maggior parte delle parole di cui si compone la lingua esperanta provengono dal latino, ne troviamo poi anche dall’Italiano, dal Francese, dallo Spagnolo, dal Polacco, dal Tedesco, dall’Inglese e dal Russo. Ma si espande anche oltre l’Europa, prendendo parole anche dal Giapponese, dall’Arabo e da molti altri idiomi, mentre in minima parte troviamo anche parole inventate.

Le regole grammaticali sono regolari, non ci sono eccezioni, per esempio i nomi finiscono in -o, gli aggettivi in -a, gli avverbi in -e, i plurali con la -j.

Ma l’esperanto è riuscito a prendere piede? 😧

Purtroppo no. Le due guerre mondiali non hanno aiutato la diffusione degli ideali pacifisti e internazionalisti dell’esperanto, tant’è che nella seconda guerra mondiale gli esperantisti furono perseguitati: essendo Zamenhof ebreo, Hitler parlò dell’Esperanto anche in “Mein Kampf”, dove scrisse:

"fintantoché l'ebreo non sia diventato padrone degli altri popoli, volente o nolente deve parlare la loro lingua, ma non appena essi dovessero diventare suoi servi, dovrebbero tutti imparare una sola lingua universale (per esempio l'esperanto!) in modo che anche con questo mezzo l'ebreo possa dominarli più facilmente". 

Inoltre, finita la guerra, con l’affermazione degli Stati Uniti, la lingua inglese dilagò, limitando ulteriormente l’uso dell’Esperanto. Era stato proposto anche l’uso dell’Esperanto come lingua franca dell’Unione Europea, ma anche questa strada non è andata a buon fine… 🙈

Alcuni madrelingua però esistono: figli di uomini e donne che avevano imparato a loro tempo l’esperanto.

L’Esperanto, nonostante un museo dedicato a Vienna, e numerosi congressi in tutto il mondo (quest’anno si è svolta la 87^ edizione italiana), non è una lingua in crescita, sebbene rimanga comunque la lingua artificiale più parlata.

Nonostante questo tentativo fallito, uno strumento di pacificazione tra i popoli esiste: la traduzione.

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